venerdì 14 dicembre 2012

Dicembre a Roma “INTRA” di Elia Festa


Il lavoro “INTRA” trasforma in immagine lo stato d’animo dell’artista Angela Carrubba Pintaldi nel momento in cui realizza il “MANTO DELLA MADONNA DEGLI ANGELI”, le sue gesta sacrali, le emozioni che sta vivendo, i segni sulle parti del suo corpo sono tutt’uno con l’opera stessa e tutto ciò è presente in questa sequenza in B-N con armonia musicale, “INTRA” verrà presentata in mostra in forma circolare chiusa, visibile all’interno e sospesa ad un’altezza di circa cm.160 da terra per far sì che il pubblico diventi parte attiva dell’opera stessa entrandovi fisicamente così da poter comprendere quello che io stesso ho sentito durante la realizzazione.
“INTRA” è realizzato con stampa Giclèe ai pigmenti di carbone su tela fine-art in formato cm. 130x1.500 , e avrà un diametro m.4,80 circa.
Sul lavoro “INTRA” Angela Carrubba Pintaldi è intervenuta con mani e piedi nello stesso modo in cui realizza i suoi “MANTI”







venerdì 30 novembre 2012

AFIP Domanda a Settimo Benedusi

Nell’ambito delle iniziative che AFIP sta mettendo in campo per aprirsi sempre di più alle nuove generazioni ci è parso utile cominciare col mettere in rete il quesito dei quesiti:
 “In questo terzo millennio di enormi cambiamenti tecnologici, in cui la velocità di fruizione delle immagini prodotte nel mondo è quasi istantanea, esiste ancora una specificità della fotografia italiana, un vedere italiano che differenzi la nostra fotografia da quella straniera?”
Qui di seguito una serie di risposte di esponenti che appartengono a vario titolo al nostro mondo e che serviranno da stimolo per aprire una discussione che speriamo ampia e a molte voci.
Il vostro parere è indispensabile per creare la fotografia del futuro!


“Secondo lei esiste una fotografia italiana? Se si, quali sono le caratteristiche che la contraddistinguono?”


Settimio Benedusi - Fotografo

Risponde: 

La Fotografia penso abbia, se si parla di nazioni, un padre ed una madre molto precisi: la Francia e l’America. La prima (il padre) ha fornito il primo spermatozoo, creandola, la seconda (la madre) l’ha cresciuta e fatta diventare adulta.
Cosa e come possa essere considerata l’Italia in questa metafora non lo so, forse uno zio simpatico che ogni tanto l’ha portata in giro a divertirsi, ma poco più.
Mentre infatti è esistita ed esiste una fotografia francese ed americana molto precisa (così come in verità esiste una fotografia tedesca, inglese, giapponese e addirittura africana…) temo che non si possa veramente dire che esista una Fotografia italiana, con una sua identità definita e con caratteristiche precise. La Fotografia in Italia infatti temo che sia sempre stata vista (e tuttora lo sia!) come un passatempo amatoriale: non è un caso che il suo background forse più solido siano state le associazioni fotoamatoriali (vedi La Gondola, a Venezia) dalle quali peraltro sono usciti grandi nomi.
Ma sempre associazioni amatoriali sono! Con finalità, modalità e caratteristiche ben diverse dagli ambiti nei quali si sono da sempre ritrovati ad operare i fotografi di altre nazioni.
Se penso a fotografi che a mio vedere rappresentino in maniera seria, profonda e storicizzata una visione italiana della Fotografia solo tre nomi mi vengono in mente: Ugo Mulas, Federico Patellani e Giampaolo Barbieri. Certamente esistono tanti altri nomi di fotografi italiani che rappresentano l’eccellenza della fotografia italiana nel mondo, ma non sono così sicuro che possano assumersi l’onore e la responsabilità di essere rappresentativi in maniera esclusiva di una stile italiano.
Mulas, Patellani e Barbieri a mio avviso invece hanno le caratteristiche per potersi definire inequivocabilmente italiani, e nient’altro.
Ugo Mulas rappresenta la mente, il cervello, l’intelletto, caratteristiche forse piccolo borghesi ma che sono e sono sempre state nel nostro dna. Quelle che hanno reso immensa la commedia del cinema italiano, quelle che hanno fatto in maniera tale che fossero scritti libri che sono riusciti a superare le barriere linguistiche, e penso a Calvino.
La mente, il cervello e l’intelletto di Ugo Mulas non a caso, alla fine della sua vita, sono culminate nelle “Verifiche”, baluardo irraggiungibile di una meditazione sulla fotografia, che non ha eguali al mondo.
Federico Patellani è il neorealismo, che è una cosa assolutamente e unicamente italiana: lui è stato colui il quale è riuscito a dargli una dignità fotografica e non solo cinematografica.
Giampaolo Barbieri rappresenta la stagione d’oro della moda italiana, quando c’erano i vestiti italiani, fatti in Italia da sarti italiani, modelle italiane, truccatori italiani, parrucchieri italiani e infine giornali e giornalisti italiani che (nonostante tutta questa italianità?!?) mostravano al mondo che il nostro stile e la nostra eleganza avevano radici culturali antiche e solide.
Ecco, questi tre grandissimi Fotografi fanno in maniera tale che, pur in maniera marginale, forse esista una fotografia italiana, ed abbia in sé le caratteristiche (l’intelligenza, il realismo e l’eleganza) di questi tre grandi autori.

Settimio Benedusi

Mostra fotografica di Mario Giacomelli e Elia Festa

Photo by Elia Festa
Mostra fotografica di Mario Giacomelli con la partecipazione straordianaria di Elia Festa

Scanno. La serie completa.

Dal 30 novembre 2012 al 1 febbraio 2013
Photology - Via Moscova 25 - Milano


AFIP e i giovani

Caro Alfredo,

Mi chiamo Tomaso, sono un giovane appassionato di fotografia che sta tentando di intraprendere questa carriera.  Abito a Londra  da 7 anni, ho studiato e per svariati motivi ho fatto altri lavori (puoi trovare il mio curriculum su questo link http://www.li5ky.com/stuff/cvtomasolisca.pdf in pdf). Marirosa Ballo mi ha raccontato che l'AFIP (fondata anche da Aldo Ballo e da te), stà preparando un sito nuovo e vorrebbe aprirsi/orientarsi un po' di piu' alle nuove generazioni.  Vorrei condividere questo progetto, e offrirti la mia collaborazione.

Mi sono permesso di considerare che pur essendo l'associazione con il piú gran numero di autori e custodi della cultura storica della fotografia italiana, al momento l'AFIP non ha alcuna presenza in rete tranne www.afip.it, e pochi contenuti oltre al blog appena inaugurato che facciano conoscere al mondo la vostra esperienza e cultura fotografica.  Parlo dal punto di vista di tanti giovani che come me stanno muovendo i primi passi nel mondo professionale, e che potrebbero arricchirsi immensamente se avessero un piú facile accesso alla cultura, esperienza e "vita vissuta" di tanti maestri dell'AFIP.

Mi sembra che la rete, sia perche' largamente accessibile che per la sua caratteristica di essere asincrona, sia l'unico canale possibile per divulgare efficacemente la storia dell'AFIP al mondo.  In particolare, penso che l'AFIP dovrebbe creare uno spazio virtuale, definibile anche come "social network", in cui si possano aggregare opinioni, consigli, testimonianze e storie sotto il nome dell'Associazione.  Uno spazio virtuale utile, aperto e trasparente, in cui attraverso la condivisione e la discussione si possano riavvicinare "vecchio e nuovo" e in particolare tramandare conoscenza, esperienza, filosofia, cultura e i valori tanto ammirati nell'AFIP alle nuove generazioni di fotografi.

Marirosa suggeriva, avendo sentito il pensiero dell'attuale presidente Giovanni Gastel, che l'AFIP vorrebbe coinvolgere giovani fotografi in Europa.  Conoscendo il mio interesse per l'immagine, vorrei proporti la mia collaborazione e disponibilitá nel cercare i più validi fotografi professionisti/artisti di Londra, dove attualmente vivo. Racconterei loro della nuova AFIP, del bellissimo progetto "LECTIO MAGISTRALI DI FOTOGRAFIA E INTORNO ALLA FOTOGRAFIA" alla Triennale di Milano in primavera 2013. Cogliendo cosi, di ogni fotografo e studio, i tanti modi di lavorare da comunicare come esperienze ad altri.  Questo mi porterebbe a conoscere il loro metodo lavorativo, un inserimento che aiuterebbe la mia ricerca verso la fotografia professionale. Mi dici cosa ne pensi? Torno spesso a Milano, e mi piacerebbe molto conoscerla se ci fosse l'opportunitá in futuro.

Cordiali Saluti

Tomaso Lisca